Enact SGDs

Il progetto EnAct-SDGs, finanziato da EIT RawMaterials (EIT RM), di cui UNITrento-CLab è partner, si basa su molti temi: Agenda 2030 dell'ONU per lo sviluppo sostenibile, nuovi modelli di business per la modernizzazione delle materie prime, innovazione ed economia circolare. Il progetto mira a promuovere il trasferimento di conoscenze, la costruzione del Knowledge Triangle Integration (KTI) per migliorare la capacità di innovazione dei futuri professionisti nel campo delle materie prime nei paesi dell'Est e del Sud Est europeo (ESEE) e l'integrazione dei principi di Sviluppo Sostenibile nei programmi educativi delle Università beneficiarie .
Che cos'è EnAct SDG?
Un programma biennale di innovazione regionale (RIS) dell'EIT, che mira a costruire una rete dinamica tra l'industria, il mondo accademico, i ricercatori e i professionisti delle materie prime (RM). EnAct-SDGs è riuscito a creare un consorzio composto da: università beneficiarie (appartenenti ai paesi ESEE) come AGH (Università della Scienza e della Tecnologia) in Polonia; NTUA (Università Tecnica Nazionale di Atene) in Grecia e TUKE (Università Tecnica di Košice) in Slovacchia; istituzioni accademiche e di ricerca innovative come MUL (Università Tecnica di Loeben) in Austria, TUBAF (Università Tecnologica di Freiberg) in Germania, UNITrento (Università di Trento) in Italia e HIT (Hub Innovazione Trentino) in Italia; e, infine, un partner industriale: Mytilineos SA, un’azienda greca che opera nel settore metallurgico, energetico e dell EPC (Engineering, Procurement, and Construction). Il consorzio così creato ha l'obiettivo di sviluppare un piano di azioni e interventi che possa essere d'ispirazione per il miglioramento dei Curricula delle Università ESEE RM sul tema delle materie prime e della sostenibilità.
Il banco di prova è stato EnAct SDGs 1st Pilot School condotto il 28-30 settembre 2020. E' stata, infatti, la prima occasione in cui tutti i partner hanno definito un obiettivo comune e collaborato attivamente per raggiungerlo. Un'esperienza intensa e ricca di spunti di riflessione. Grazie a docenti, esperti di ecologia, di modelli di business sostenibili e di raw materials (RM), è stato possibile creare un ambiente dinamico in cui apprendere e sviluppare progetti mirati ad un modello green.
"È essenziale sensibilizzare l'industria delle RM e i principali stakeholder sull'importanza di progettare nuovi materiali e prodotti con un ciclo di vita esteso per ridurre la sempre crescente domanda di RM e migliorare in generale la sostenibilità del settore.”
Queste sono le parole di Katerina Adams, professoressa associata presso la Scuola di Ingegneria mineraria e metallurgica (NTUA) di Atene e coordinatrice del progetto EnacAct SDGs. Sottolinea inoltre l'importanza della collaborazione internazionale, in particolare tra i paesi dell'area UE.
La Scuola Pilota ha coinvolto 30 studenti e docenti provenienti da 6 paesi europei: Austria, Germania, Polonia, Grecia, Italia e Slovacchia. Anche il background accademico e le competenze sono stati diversi: ingegneria, informatica, economia, geoingegneria e ingegneria mineraria. L'eterogeneità dal punto di vista accademico, esperienziale e culturale rappresenta il valore aggiunto di questa Pilot School, in quanto ha permesso di sviluppare progetti poliedrici, frutto di un intenso lavoro di confronto e collaborazione.
La Scuola avrebbe dovuto avere luogo in Slovacchia e i partecipanti avrebbero dovuto confrontarsi di persona per creare un progetto. A causa dell'emergenza sanitaria internazionale, si è svolta online con la partecipazione in presenza di alcuni studenti della Polonia in Slovacchia, provenienti dalle loro università.

Abbiamo chiesto a Matteo Cevese, Business Developer di Hub Innovazione Trentino, un parere su questo metodo di insegnamento:
“Abbiamo progettato un programma che ha permesso un buon equilibrio tra lezioni frontali e gruppi di lavoro, abbiamo avuto l'opportunità di avere molti relatori su argomenti specifici provenienti da diverse località europee. Gli studenti hanno avuto l'opportunità di imparare e praticare il lavoro di squadra online, utilizzando nuovi strumenti e massimizzando il tempo e le risorse". Tuttavia, la modalità online limita fortemente l'interazione informale: il contatto umano, secondo me, permette di fare brainstorming e di essere più creativi."
L'obiettivo dei team è stato quello di proporre delle soluzioni economicamente sostenibili al problema reale posto da Mytilineos, partner industriale di EnAct SDGs: ridurre l’impatto ambientale nella gestione dei materiali di scarto risultanti dalla produzione. Dei sette gruppi di partecipanti, due si sono distinti per le proposte più originali ed ecologiche, oltre che per il carattere fortemente innovativo del loro progetto. Abbiamo intervistato i rappresentanti di entrambi i gruppi: Elisa Reginato, studentessa UniTrento e collaboratrice di una società di consulenza tecnologica olandese e Stavros Tomazinakis, studente universitario alla Scuola di Ingegneria Mineraria e Metallurgica dell'Università Tecnica Nazionale di Atene.
"Ho appreso di più sul ciclo economico rispetto a quanto fatto durante i miei studi accademici. Ho capito quali sono le strategie adottate dai professionisti del settore dei raw materials per ridurre l'impatto ambientale generato durante la fase di produzione aziendale. Quest’esperienza mi permetterà di affrontare in maniera diversa il mio lavoro. Penserò non solo a come fare le cose, ma anche a come ridurre l'impatto sull'ambiente."
Elisa continua a raccontarci la sua esperienza descrivendo il progetto proposto.
"Il mio team ha proposto la creazione di un nuovo ramo d'azienda che utilizzasse tecnologie ibride per la produzione di alluminio impiegando un nuovo modello di business per ridurre l'impronta di carbonio. La caratteristica centrale del modello era la creazione di una catena di fornitura inversa per la raccolta dei materiali di scarto dai nostri clienti in modo da ridurre la quantità di scarti qualitativamente incompatibili tra loro e quindi la quantità totale di rifiuti che l’azienda produrrebbe durante la lavorazione degli scarti stessi."
Diversa, ma ugualmente significativa, è l’esperienza di Stavros Tomazinakis:
“Quando ho visto per la prima volta la richiesta di partecipazione alla Pilot school EnAct SDGs, ho capito subito che sarebbe stata una grande esperienza e che si sarebbe adattata alla mia personalità e alle mie esigenze, volevo avere un quadro più ampio in materia di sostenibilità e di imprenditorialità nell'industria dei raw materials.”
Stavros continua raccontandoci la sua idea progettuale:
"Il problema che io e il mio team abbiamo deciso di affrontare, è stato la quantità di emissioni di CO2 dovute alla produzione di alluminio, causate principalmente dal consumo degli anodi di carbonio, durante l'elettrolisi. La soluzione che abbiamo proposto è stata quella di cambiare gli anodi produttori di CO2, con quelli inerti. Gli anodi inerti in leghe, cermet o ceramica producono O2, al posto della CO2, e hanno il vantaggio aggiuntivo di poter essere successivamente riciclati se trattati in maniera corretta."
Il feedback di studentesse e studenti è quindi positivo. Gli organizzatori saranno stati soddisfatti dei risultati raggiunti? Matteo Cevese ci risponde così:
"Gli studenti hanno acquisito nuove competenze, hanno imparato a usare nuovi strumenti e hanno sviluppato una nuova mentalità che li aiuterà nella costruzione della loro carriera come professionisti dell'innovazione."
Grazie a questa prima edizione di EnAct SDGs abbiamo avuto modo di capire che si può e si deve parlare di sostenibilità ambientale ed economica e abbiamo appreso conoscenze e competenze nuove che utilizzeremo nella prossima edizione della scuola.